MATERIALI DEL TEATRO D'OGGETTI E NUOVI GIOCHI
La mostra è organizzata in 6 sezioni, potete scorrere via via attraverso questa pagina, oppure recarvi alle sezioni specifiche cliccando sulle piccole immagini ogni volta che appaiono o sulle parole evidenziate che aprono pagine parallele.
1) ALBERO GENEALOGICO
dai burattini agli oggetti, attraverso la stilizzazione e la messa a nudo del materiale.
2) LA STORIA SCEGLIE I MATERIALI
due insiemi emblematici, metallo e legno, Iliade e Pinocchio
(veduta d'insieme e slide-show di particolari: Omerica, Pinocchio dei legni)
3) CATALOGHI E REPERTORI
raccolta di maschere; la sezione continua con il gioco FACCIA LEI
(veduta d'insieme e slide-show delle singole maschere)
4) I MATERIALI PRODUCONO IDEE
oggetti che acquistano senso in funzione del contesto, un gioco di associazioni mentali che può essere giocato anche on line.
5) GALLERIA DI RITRATTI
6) MACCHINA PER IL TEATRO INCOSCIENTE

INTRODUZIONE
Il teatro d’oggetti discende per via diretta dal teatro di figura, in particolare da quello dei burattini.

Ha fatto la sua comparsa negli scorsi anni ’80 e i gruppi che hanno iniziato a praticarlo provenivano tutti da esperienze con i burattini, i pupazzi e quegli esperimenti di tecniche miste che hanno segnato, nella seconda metà degli anni ’70, la ripresa di un settore dopo la crisi che era progressivamente dilagata dal dopoguerra in poi.
Ciascuno ha successivamente sviluppato una propria individualità estetica e drammaturgica, proceduto a riflessioni te

I primi tre oggetti che incontrerete sono gli unici a non esser stati realizzati da noi: sono il prodotto di una tradizione circa bisecolare, che ha formato il sostrato di partenza di tutto il resto.
Anche se i temi di cui oggi ci occupiamo non sfioravano nemmeno le preoccupazioni di chi ha fabbricato quei burattini, oggettivamente la situazione era già data, qui noi paghiamo tributo alle radici dell’albero di cui siamo un ramo.



1) ALBERO GENEALOGICO

burattini della muta del burattinaio Carlo Sarzetti, attivo fino agli anni ‘60 a Bergamo:
1) Gendarme e 2) Gioppino (legno scolpito e stoffa)
3) Gioppino scolpito da un palo di reticolato di trincea; 1915-1918

i burattini dicono
già prima di parlare

I burattini sono strumenti semplici e di semplificazione.
A causa della loro fissità, o grazie ad essa, condensano nel loro aspetto una grande spinta di comunicazione.

Più, e più stabilmente, del trucco di un attore, i burattini rappresentano immediatamente ciò che sono (a differenza di un attore non potrebbero essere altrimenti: se un burattino ride, ride sempre; se è accigliato, idem.)
Inoltre ci informano della mano e degli strumenti con cui sono stati fatti.

Questa doppia percezione, del personaggio e della scultura, è l’origine da cui prende l’avvio il teatro d’oggetti.

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Il signor Piccolo, il signor Grosso, il signor Medio
da “In alto mare.” 1977
gesso modellato e stoffa

quando è speciale, di un tramonto si dice
“sembra finto”, di un quadro si dice
“sembra vero”

Chi ha fabbricato burattini dopo la diffusione della fotografia, e dopo la televisione, l’ha fatto con la consapevolezza che il ritratto somigliante si fa altrimenti, e che al fabbricante di queste immagini toccano altri compiti: non importa più ‘che cosa si rappresenta’, ma ‘come si rappresenta quella cosa’, occorre raccontare di più mostrando di meno. Produrre un nuovo sguardo. Stilizzando ed evidenziando. La semplificazione è il prodotto dello spirito del tempo, le manifestazioni d’arte ‘primitive’ marcano la nuova sensibilità, la caricatura, che già era dei burattini tradizionali, si impone. Il carattere del personaggio domanda la diversità della forma.


Mamma, Nonna, Cappuccetto rosso, Lupo.
da “Cappuccetti rossi” 1993-94
legno, bottoni e stoffa

Cappuccetto è rosso,
i nani sono sette.

La semplificazione può arrivare a punti estremi. Già negli anni ’30, il grande burattinaio Obratzov aveva sviluppato numeri dove i burattini erano ridotti a palline infilate nell’indice e corredate di minimi elementi caratterizzanti.
Egli usava la nostra consuetudine con la forma del corpo umano per raccontarci le sfumature del comportamento umano.
La definizione per coppie oppositive, o il formare gruppo, permettono ai personaggi più riconoscibili di aiutare l’identificazione di quelli più incerti.
L’unica regola che non va violata è quella dell’omogeneità dell’insieme: nei burattini che vedete qui addirittura vi è un gioco interno: Mamma e Nonna vengono dalla stessa gamba di un vecchio tavolo; Cappuccetto è di legno più recente, il lupo è atipico, ma anche il personaggio lo è nella storia.


Campeggiatore - racchetta da tennis con fermacapelli e cappellino
Gallo - lattine tagliate e sagomate
da “Camping” – 1985

“non ha l’ottimo artista alcun concetto
ch’un marmo solo in sé non
circoscriva."
Michelangelo Buonarroti

Ogni storia da portare in scena ha le sue richieste: occorre accordare le immagini al racconto, sapendo che l’insieme delle immagini dice di più di quello che ciascuna fa singolarmente.
Qui siamo in un campeggio, lo spettacolo è del 1985, l’ingenuità è tanta, ma il principio è quello e resta buono: la racchetta da tennis dice della passione sportiva del campeggiatore, il gallo del buon mattino aggiunge, al chicchirichì dell’alba, l’idea della quantità di scorie non riciclate di una vacanza un po’ così.

Il teatro d’oggetti racconta storie, le storie dei suoi personaggi, ma anche la storia delle cose che raffigurano i suoi personaggi.

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2) LA STORIA SCEGLIE I MATERIALI

Ogni storia ha un materiale attraverso cui si racconta meglio, Iliade e Pinocchio, metallo e legno: due situazioni emblematiche. Forme che raccontano altro e materiali che parlano di sé.
Materiali da: “Iliade ripresa” 1995 e “Omerica” 1998

assemblaggi di rottame metallico

(a sinistra, dall’alto in basso, da sinistra a destra)
Gli dei dell’Olimpo: Zeus, Poseidone, Era, Atena, Afrodite.
La fuga di Paride ed Elena

(al centro, sullo sfondo)
Guerrieri Achei e Troiani

(in primo piano, da sinistra a destra)
Achille e Ettore

(a destra)
Il gigante Aiace Telamonio
Carro da combattimento a due cavalli


[click qui per vedere una serie di immagini paricolareggiate]


Materiali da “Pinocchio dei legni” 1997

(da sinistra, in senso orario)

Il paese dei balocchi - ombrello decorato con luci natalizie e trenino giocattolo

Ritratto di Pinocchio [trasformabile in somaro (v. foto)] - oggetti diversi di uso comune

Il bosco degli spaventi - assemblaggio di vegetali secchi

All’osteria del Gambero Rosso con la Volpe e il Gatto - sedia, scopa e battipanni sagomati, pupazzo commerciale

(in primo piano)
Carabiniere con Pinocchio in gattabuia - sagoma in legno decorata a collage, gabbietta per uccelli e pupazzo commerciale

I mostri negli incubi di Pinocchio - mobiletto, legname recuperato in spiaggia e pupazzo commerciale

Dentro il pescecane (o la balena)
ritagli di legno, pupazzo commerciale rielaborato, barca di balsa con testa di burattino-giocattolo e pezzi vari assemblati

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3) CATALOGHI E REPERTORI

Pensate quanta gente vede una faccia nella luna. Perché solamente una faccia? Perché non un pavone? O un còpride?
Bruno Munari - "Fantasia" 1977
Che cosa vediamo quando guardiamo qualcosa. I punti di riferimento permanenti: faccia e corpo umano. Bastano piccoli segni per evocarli e piccole variazioni per cambiarne le sfumature. Identikit immaginari.
MASCHERE
(dall’alto al basso e da sinistra a destra)

Volpe - sacchetto da pane

Oste - botticella

La morte - osso

Vittima dei cacciatori di teste - noce di cocco e stoppa

Uomo invisibile - contenitore antitaccheggio per videocassette nei supermercati

Cinese - rottame con uso pratico non identificato

Pulcinella - cucchiai e molle

Rana - corda

Anonimo con paraocchi - parte di imballaggio in cartone

Diavolo - vassoio da forno tagliato

Grillo - annaffiatoio

Simpson - imballaggio di polistirolo

Bautta - pellicola specchiante per vetri d’automobile


[click qui per queste e altre maschere in dettaglio]

A QUESTA SEZIONE E' ABBINATO IL GIOCO "FACCIA LEI"
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4) GLI OGGETTI PRODUCONO IDEE

Come il corpo estraneo induce l'ostrica a inglobarlo generando la perla, l'oggetto collocato in un contesto induce il pensiero a dare nuova forma ai propri elementi. Dato un contesto, ogni oggetto prende un nuovo significato; dato un significato generale, ogni oggetto si adegua a prender senso in quel contesto.

materiali da "Odissea - epopea dell'eroe tornato in patria"


"Destinato ai solutori più abili"
Gli oggetti che stanno davanti a voi hanno tutti preso parte alla rappresentazione dei quadri qui sotto elencati senza ordine: a voi trovare gli abbinamenti. (un quadro può essere rappresentato da un oggetto o, più spesso, da un insieme di oggetti)

l'accecamento di Polifemo; i compagni da Circe trasformati (prima e dopo); la macellazione delle Vacche Sacre; la maga Circe; i mostri Scilla e Cariddi; le pecore di Polifemo; il veggente cieco Tiresia; il vento della tempesta

[click qui per la soluzione]

QUESTA SEZIONE CONTINUA CON IL GIOCO "PALLODRAMMA"
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5) GALLERIA DI RITRATTI

Ovvero: frammenti di storia universale dell'arte e della letteratura. Una raccolta di personaggi accomunati dall'appartenenza al nostro immaginario collettivo, nati per occasioni diverse, progetttati o trovati quasi per caso (il caso assoluto non esiste), usati a lungo in palcoscenico o lasciati allo stato di abbozzo. Oggetti che vestono il nostro atelier; e ogni tanto parlano con noi.

Personaggi de “I Promessi Sposi” - da “Sentimental” 1987

assemblaggio di ritagli di falegnameria

(dietro, da sinistra a destra)
Bravo, Don Rodrigo, Bravo, Innominato, La Monaca di Monza, Egidio

(davanti, da sinistra a destra)
Don Abbondio, Padre Cristoforo, Renzo, Lucia

Indiani
da “La vera storia del giro del mondo” 1982

legno, bottoni, piume, perline

Drago
da “Oggetti da favola” 2000

materiali da giardinaggio assemblati

Personaggi di “Cenerentola” - da “Oggetti da favola” 2000

utensili e ferramenta

(da sinistra-avanti, in senso orario)
Principe, Cavallo, Sorellastre, Cenerentola al ballo e a casa

6)
La mostra si conclude con una batteria di 'macchine per il teatro incosciente'.
Per saper di più sulla struttura e il funzionamento della macchina, cliccate qui.

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